Il quartiere dell'Isolotto, denominato anche "nuova
unità residenziale di Palazzo dei Diavoli",è
programmato nel secondo semestre del 1950 e realizzato nell'ambito del
primo piano settennale della gestione Ina-casa. La scelta della localizzazione
è determinata da vari fattori: in primo luogo, la possibilità
di espropriare terreni privati adiacenti a un'area di circa 5 ha. già
di proprietà del Comune, occupata dall'ex lazzaretto, e in secondo
luogo l'inaccessibilità economica delle aree già urbanizzate
i cui costi, allineati con quelli di mercato, risultano eccessivamente
elevati
Lo scarso valore fondiario dell'area, posta in prossimità dell'Arno,
è dovuto oltre che alla sua posizione relativamente periferica,
anche alle condizioni ambientali in cui l'area si trova a causa della
quota depressa del terreno, delle vaste escavazioni in atto e della
consistente presenza di depositi di spazzatura. Inoltre, per la mancanza
totale di servizi e la pessima condizione delle poche strade esistenti,
quest'area si configura come un vero e proprio arto atrofizzato da rivitalizzare
per consentire un più organico sviluppo della città in
espansione.
Partendo da questi presupposti il progetto del nuovo quartiere dell'Isolotto
viene concepito secondo i criteri del "quartiere autosufficiente",
che costituisce una vera e propria scelta strategica da parte dell'Ina-casa.
L'elaborazione teorica posta a supporto di tale scelta trae i propri
modelli culturali di riferimento soprattutto dalla tradizione dei paesi
scandinavi dove sono stati edificati quartieri residenziali a edilizia
estensiva, caratterizzati da basse densità edilizie e da una
rilevante presenza di verde, dove vengono applicati standard ottimali
che garantiscono un equo rapporto tra offerta di servizi e numero di
abitanti insediati. Il progetto del piano dell'Isolotto, pur tenendo
conto delle linee direttrici generali dello sviluppo urbano, viene attuato
in assenza di un piano regolatore generale di riferimento, che all'epoca
si trova ancora in fase di studio.