I Processi di Berlusconi
Assurdo ma vero - Un dossier sconcertante, distribuito a Strasburgo ai Parlamentari Europei -
da
consapevolezza.it/notizie/2003/lug-set/processi_sentenze.asp
FALSA TESTIMONIANZA - Bugie sulla loggia massonica deviata P2
La Corte d’appello di Venezia, nel 1990, dichiara Berlusconi
colpevole di aver giurato il falso davanti al Tribunale di Verona a
proposito della sua iscrizione alla P2.
(reato commesso ma estinto per intervenuta amnistia).
CORRUZIONE - Tangenti alla Guardia di Finanza
I grado: condanna a 2 anni e 9 mesi per tutte e quattro le tangenti contestate
(niente attenuanti generiche).
Appello: prescrizione per tre tangenti (ottenuta solo grazie alle attenuanti
generiche questa volta concesse), assoluzione con formula dubitativa (comma
II art. 530 c.p.p.) per la quarta.
Nelle motivazioni si legge: «Il giudizio di colpevolezza dell’imputato
poggia su molteplici elementi indiziari, certi, univoci, precisi e concordanti,
per ciò dotati di rilevante forza persuasiva, tali da assumere valenza
probatoria».
Cassazione: assoluzione. La motivazione contiene due riferimenti alla classica
insufficienza di prove.
Sono stati invece definitivamente condannati per corruzione della Guardia di
Finanza i coimputati di Berlusconi, alti dirigenti della Fininvest: la sentenza
ha cioè in sostanza accertato che tali dirigenti, dipendenti di Berlusconi,
con i soldi di Berlusconi e a vantaggio di Berlusconi, hanno corrotto la Guardia
di Finanza.
FINANZIAMENTO ILLECITO AI PARTITI - All Iberian 1
I grado: condanna a 2 anni e 4 mesi per i 21 miliardi di lire (circa 11 milioni
di euro) versati estero su estero, tramite il conto All Iberian, a Bettino Craxi.
Appello: il reato cade in prescrizione, ma c’è: «per nessuno
degli imputati emerge dagli atti l’evidenza dell’innocenza».
Cassazione: prescrizione confermata, con condanna al pagamento delle spese processuali.
Nella sentenza definitiva tra l’altro si legge: «Le operazioni societarie
e finanziarie … furono realizzate in Italia dai vertici del gruppo Fininvest
spa, con il rilevante concorso di Berlusconi quale proprietario e presidente.
[…] Non emerge negli atti processuali l’estraneità dell’imputato».
FALSO IN BILANCIO - All Iberian 2
Processo sospeso in attesa che sulla legittimità delle nuove norme in
materia di reati societari approvate dal governo Berlusconi si pronuncino la
Corte di giustizia europea e la Corte costituzionale italiana. Se le eccezioni
sollevate da vari tribunali verranno respinte, il reato sarà dichiarato
prescritto. FALSO IN BILANCIO - Medusa Cinema
I grado: condanna a 1 anno e 4 mesi (10 miliardi di fondi neri che, grazie alla
compravendita, vengono accantonati su una serie di libretti al portatore di
Silvio Berlusconi).
Appello: assoluzione con formula dubitativa (comma 2 art. 530): Berlusconi,
secondo il collegio è così ricco che potrebbe anche non essersi
reso conto di come, nel corso della compravendita, il suo collaboratore Carlo
Bernasconi (condannato) gli abbia versato 10 miliardi di lire (circa 5 milioni
di euro) in nero. Scrivono i giudici: «La molteplicità dei libretti
riconducibili alla famiglia Berlusconi e le notorie rilevanti dimensioni del
patrimonio di Berlusconi postulano l’impossibilità di conoscenza
sia dell’incremento sia soprattutto dell’origine dello stesso».
Cassazione: sentenza d’appello confermata.
APPROPRIAZIONE INDEBITA, FRODE FISCALE, FALSO IN BILANCIO - Terreni di Macherio
I grado: assoluzione dall’appropriazione indebita e dalla frode fiscale
(per 4.4 miliardi di lire, pari a circa 2.3 milioni di euro, pagati in nero
all’ex proprietario dei terreni che circondano la villa di Macherio, dove
vivono la moglie Veronica e i tre figli di secondo letto), prescrizione per
i falsi in bilancio di due società ai quali «indubbiamente ha concorso
Berlusconi».
Appello: confermata l’assoluzione dalle prime due accuse. Assoluzione
anche dal primo dei due falsi in bilancio, mentre il secondo rimane ma è
coperto da amnistia.
Cassazione: in corso.
FALSO IN BILANCIO - Caso Lentini
I grado: il reato (10 miliardi di lire, pari a circa 5 milioni di euro, versati
in nero al Torino Calcio in occasione dell’acquisto del giocatore Luigi
Lentini) è stato dichiarato prescritto grazie alla nuova legge sul falso
in bilancio approvata dopo la vittoria elettorale di Berlusconi.
Appello: in corso.
FALSO IN BILANCIO - Consolidato gruppo Fininvest
Il gip Fabio Paparella ha dichiarato prescritti, sulla base della nuova legge
sul falso in bilancio, i 1500 miliardi di lire (circa 770 milioni di euro) di
presunti fondi neri accantonati dal gruppo Berlusconi su 64 società off-shore
della galassia All Iberian («comparto B della Fininvest). Il pm Francesco
Greco ha presentato ricorso in Cassazione perché la mancata fissazione
dell’udienza preliminare gli ha impedito di sollevare un’eccezione
d’incostituzionalità e di incompatibilità con le direttive
comunitarie delle nuove norme sui reati societari e con il trattato dell’Ocse.
CORRUZIONE GIUDIZIARIA - Lodo Mondadori
Grazie alla concessione delle attenuanti generiche il reato - che in primo grado
ha portato alla condanna di Cesare Previti - è stato dichiarato prescritto
dalla Corte d’Appello di Milano e dalla Corte di Cassazione. Nelle motivazioni
della Cassazione, tra l’altro, si legge: «il rilievo dato [per concedere
le attenuanti generiche] alle attuali condizioni di vita sociale ed individuale
del soggetto [Berlusconi è diventato presidente del Consiglio], valutato
dalla Corte come decisivo, non appare per nulla incongruo…».
CORRUZIONE GIUDIZIARIA - Sme-Ariosto
A causa dei continui «impedimenti istituzionali» sollevati da Berlusconi
e dei conseguenti rinvii delle udienze, la posizione del premier è stata
stralciata dal processo principale. Ed è stato creato un processo parallelo,
che però Berlusconi ha sospeso fino al termine del suo incarico (o sine
die, in caso di rielezione o di nomina ad altra carica istituzionale) facendo
approvare a tempo di record il “Lodo Maccanico” (una legge che sospende
i processi a carico delle cinque più alte cariche dello Stato per l’intera
durata del loro mandato, e anche in caso di mandati successivi), proprio alla
vigilia della requisitoria, delle arringhe e della sentenza, e a 40 mesi dall’inizio
del dibattimento.
FALSO IN BILANCIO - Sme-Ariosto
In seguito all’entrata in vigore delle nuove norme sul diritto societario
approvate dopo la vittoria elettorale di Berlusconi, questo capo d’imputazione
contestato a Berlusconi per il denaro versato - secondo l’accusa - ad
alcuni giudici, è stato stralciato. Il processo è fermo in attesa
che la Corte di giustizia europea si pronunci sulla conformità tra le
nuove regole e le normative comunitarie. Ma, anche in caso di risposta positiva
per i giudici, resterà bloccato per il “Lodo Maccanico”.
Come tutti gli altri procedimenti ancora in corso a carico di Silvio Berlusconi.
FALSO IN BILANCIO E FRODE FISCALE - Diritti televisivi
Indagini preliminari in corso alla Procura di Milano (pm Alfredo Robledo e Fabio
De Pasquale), a carico di numerosi manager del gruppo, più il presidente
di Mediaset Fedele Confalonieri e il titolare Silvio Berlusconi, il quale -
secondo l’ipotesi accusatoria - avrebbe continuato anche dopo l’ingresso
in politica nel ’94 ad esercitare di fatto il ruolo di dominus dell’azienda.
Oggetto dell’indagine: una serie di operazioni finanziarie di acquisto
di diritti cinematografici e televisivi da majors americane, con vorticosi passaggi
fra una società estera e l’altra del gruppo Berlusconi, con il
risultato di far lievitare artificiosamente il prezzo dei beni compravenduti
e beneficiare di sconti fiscali previsti dalla legge Tremonti, approvata dal
primo governo dello stesso Berlusconi per detassare gli utili reinvestiti dalle
imprese.
Un presunto falso in bilancio che i magistrati valutano in circa 180 milioni
di euro, avvenuto nel 1994.
VIOLAZIONE DELLE LEGGI ANTITRUST E FRODE FISCALE IN SPAGNA - Telecinco
Il giudice anticorruzione di Madrid Baltasár Garzón Real, dopo
aver chiesto nel 2001 al governo italiano di processare Berlusconi o, in alternativa,
di privarlo dell’immunità in modo di poterlo giudicare in Spagna,
non ha ancora ricevuto risposta. Per questo il procuratore anticorruzione Carlo
Castresana, nel maggio 2002, ha pregato Garzón di rivolgersi di nuovo
alle autorità italiane. Berlusconi in Spagna è accusato - insieme
a Marcello Dell’Utri e ad altri dirigenti del gruppo Fininvest - di aver
posseduto, grazie a una serie di prestanomi e di operazioni finanziarie illecite,
il controllo pressoché totalitario dell’emittente Telecinco eccedenti
rispetto ai limiti dell’antitrust spagnola, negli anni in cui il tetto
massimo era del 25 per cento delle quote azionarie.
CONCORSO ESTERNO IN ASSOCIAZIONE MAFIOSA E RICICLAGGIO DI DENARO SPORCO - Mafia
Indagini archiviate a Palermo su richiesta della Procura per scadenza dei termini
massimi concessi per indagare.
CONCORSO IN STRAGE - Bombe del 1992 e del 1993
Le inchieste delle Procure di Firenze e Caltanissetta sui presunti «mandanti
a volto coperto» delle stragi del 1992 (Falcone e Borsellino) e del 1993
(Milano, Firenze e Roma) sono state archiviate per scadenza dei termini d’indagine.
A Firenze, il 14 novembre 1998, il gip Giuseppe Soresina ha però rilevato
come Berlusconi e Dell’Utri abbiano «intrattenuto rapporti non meramente
episodici con i soggetti criminali cui è riferibile il programma stragista
realizzato». Cioè con il clan corleonese che da vent’anni
guida Cosa Nostra, con centinaia di omicidi e una mezza dozzina di stragi. Aggiunge
il giudice fiorentino che esiste «una obiettiva convergenza degli interessi
politici di Cosa Nostra rispetto ad alcune qualificate linee programmatiche
della nuova formazione [Forza Italia]: articolo 41 bis, legislazione sui collaboratori
di giustizia, recupero del garantismo processuale asseritamente trascurato dalla
legislazione dei primi anni 90». Poi aggiunge che, nel corso delle indagini,
addirittura «l’ipotesi iniziale [di un coinvolgimento di Berlusconi
e dell’Utri nelle stragi] ha mantenuto e semmai incrementato la sua plausibilità».
Ma purtroppo è scaduto «il termine massimo delle indagini preliminari»
prima di poter raccogliere ulteriori elementi.
Il gip di Caltanissetta Giovanni Battista Tona ha scritto: «Gli atti del
fascicolo hanno ampiamente dimostrato la sussistenza di varie possibilità
di contatto tra uomini appartenenti a Cosa Nostra ed esponenti e gruppi societari
controllati in vario modo dagli odierni indagati [Berlusconi e Dell’Utri].
Ciò di per sé legittima l’ipotesi che, in considerazione
del prestigio di Berlusconi e Dell’Utri, essi possano essere stati individuati
dagli uomini dell’organizzazione quali eventuali nuovi interlocutori».
Ma «la friabilità del quadro indiziario impone l’archiviazione».
C’è, infine, la sentenza della Corte di Assise di Appello di Caltanissetta,
che il 23 giugno 2001 ha condannato 37 boss mafiosi per la strage di Capaci:
nel capitolo intitolato esplicitamente «I contatti tra Salvatore Riina
e gli on. Dell’Utri e Berlusconi», si legge che è provato
che la mafia intrecciò con i due «un rapporto fruttuoso quanto
meno sotto il profilo economico». Talmente fruttuoso che poi, nel 1992,
«il progetto politico di Cosa Nostra sul versante istituzionale mirava
a realizzare nuovi equilibri e nuove alleanze con nuovi referenti della politica
e dell’economia».
Cioè a «indurre nella trattativa lo Stato ovvero a consentire un
ricambio politico che, attraverso nuovi rapporti, assicurasse come nel passato
le complicità di cui Cosa Nostra aveva beneficiato».
NOTE ESPLICATIVE TECNICO-GIURIDICHE E COMPORTAMENTO DELL’IMPUTATO
BERLUSCONI
Secondo il diritto italiano, un imputato prosciolto per amnistia o per prescrizione
del reato ha il diritto di rifiutare il proscioglimento e di pretendere il processo,
per veder affermata la propria innocenza in giudizio. Naturalmente, in questo
caso può essere condannato qualora il giudizio provi invece la sua colpevolezza.
In nessuno dei casi in cui è stato prosciolto per amnistia o per prescrizione
del reato Berlusconi ha chiesto di essere giudicato.
Al contrario, tutte le tecniche giudiziarie sono state messe in atto per ottenere,
attraverso il massimo prolungamento possibile dei processi, che i termini di
prescrizione fossero raggiunti, in modo che i processi non avessero più
luogo.
Berlusconi stesso ha dichiarato di avere speso, per il pagamento dei suoi avvocati
nei suoi processi penali, una somma pari a circa 250 milioni di euro.
Alcuni di questi avvocati sono stati anche eletti in Parlamento nelle file del
partito di Berlusconi, dove si sono attivati per ottenere leggi (modifica delle
disposizioni sul falso in bilancio, modifica della normativa sulle rogatorie
internazionali, “lodo Maccanico”, legge “Cirami”, ecc.)
che sono valse direttamente al loro cliente i proscioglimenti di cui si è
detto. Il principale avvocato difensore di Berlusconi nei suoi processi penali
è stato eletto addirittura presidente della Commissione Giustizia della
Camera dei Deputati.